mercoledì 9 aprile 2014

Fantasmi al centro storico di Sassari

Riporto un articolo de "La Nuova Sardegna" ( 2001 ).
SASSARI. Catene che strisciano sul pavimento, lamenti remoti, mobili che si muovono da soli, luci che si spengono e si riaccendono. E' il repertorio classico snocciolato dai fantasmi che infestano le vecchie case del centro storico. Il triangolo "maledetto" collega largo Ittiri, via Satta e via Cesare Battisti. Ci vorrebbe un acchiappafantasmi, ma in fondo questi spiriti non hanno mai fatto male a nessune gli abitanti della zona la prendono con filosofia: "Bisogna avere pazienza, sono delle anime in pena... Di storie riguardanti apparizioni misteriose e fenomeni soprannaturali ce ne sono tante da scriverci un libro; fanno parte delle leggende che nel quartiere più antico di Sassari si tramandano da una generazione all'altra. E teatro delle gesta dei fantasmi sono alcuni vecchi palazzi che si prestano a ospitare credenze popolari del genere horror.
Fra i racconti più curiosi quelli ambientati nella scuola media numero 7, che si trova all'angolo fra via Satta e corso Vittorio Emanuele. Qui, a quanto pare, una delle bidelle esasperata dai dispetti di uno spirito che si aggira fra le aule sempre quando gli allievi non sono a scuola ha urlato verso il nulla di un corridoio vuoto: "Mettiamo le cose in chiaro, io devo lavorare, chiunque siate lasciatemi in pace" e da allora più nessuna notizia dall'Aldilà. Ma gli episodi alla statale 7 si susseguono da più di trent'anni. Ai tempi del preside Sale, per esempio, i banchi si misero a ballare tutti insieme in un'aula vuota, solo che questi movimenti riusciva a vederli solo lui. Fu chiamato un prete il quale spiegò che alcune persone hanno il sangue dolce e vengono prese di mira dalle anime erranti. Un'anima errante da secoli deve essere quella che abita le aule di via Satta perchè un tempo l'edificio era la sede di un convento di frati scolopi,severissimi insegnanti. Il collegio era costruito su sotterranei scavati nella roccia, oggi purtroppo murati. Secondo la leggenda, proprio queste segrete,nelle quali si possono scorgere ancora le grate delle celle e i catenacci appesi almuro, venissero usate per le punizioni e le torture e alla numero 7 sono convinti che le peregrinazioni del fantasma risalgano a quell'epoca. Una decina di anni fa il pianoforte della sala professori si mise improvvisamente a suonaree la preside di allora si precipitò nell'aula per vedere cosa stesse succedendo: constatò che i tasti si muovevano ma sullo sgabello non c'era seduto nessuno. Spesso le luci si riaccendono dopo che il personale è già sulla porta di uscita. Una bidella è caduta dalle scale in seguito ad una spinta e, rotolando sui gradini, giura di aver sentito una risata. Certo l'edificio si presta a suggestioni del genere mistery: le scale si arrampicano strette sotto le volte a botte, cancelli interni separano corridoi collegati ai sotterranei; insomma il luogo ideale per far nascere storie di fantasmi. Ma ci sono anche altre case abitate da spiriti. In largo Ittiri, per esempio, in un palazzotto nobiliare e nell'edificio a fianco che un tempo ospitava l'albergo Italia (all'angolo con piazza Azuni) dalla sera alla mattina i mobili non erano più al loro posto, e neppure le tende dei finestroni. Dall'ex albergo, disabitato per tanti anni, arrivavano rumori di catene trascinate, scricchiolii proveninenti dalle enormi cantine, passi pesanti e rintocchi di campane inesistenti.Sono invece le anime dei condannati a morte a frequentarele case che sorgono sulle carceri di san Leonardo, in via Battisti. Dalle vecchie esterminate gallerie che ancora oggi portano fino a piazza Tola gli spiriti pare vadano a trovare gli abitanti della zona. Gabriella Grimaldi

venerdì 28 marzo 2014

Perchè utilizzare un EMF con i fantasmi?

Perchè utilizzare un EMF con i fantasmi?
Il classico EMF utilizzato dai ghost hunters di tutto il mondo è il K2: la sua utilità sta nella lettura immediata tramite dei led luminosi che si accendono a seconda dei valori che vengono rilevati. Questi valori partono da 1.5mG ed arrivano a 20mG, il tutto è evidenziato da una scala cromatica che va dal verde al rosso. Da quando la tecnologia ha iniziato ad evolversi sempre in meglio i casi di fantasmi si sono moltiplicati. Chi non ha mai sentito parlare di interferenze radio, lampade che vanno ad intermittenza o peggio esplodono? Da queste esperienze sono nate varie teorie sui fantasmi tra cui una è proprio quella dei campi elettromagnetici. Esistono campi elettromagnetici naturali o prodotti da apparecchiature elettriche dell'uomo, questi campi rimangono presenti anche se la nostra televisione, il nostro cellulare o il nostro computer sono spenti. I campi prodotti naturalmente sono spesso di natura statica, anche determinate turbolenze d'aria o fenomeni atmosferici possono produrli. Allora perchè utilizzare un EMF per andare alla ricerca di fantasmi? Quando noi parliamo di fantasmi, spiriti e quant'altro parliamo della nostra coscienza che sopravvive alla morte rimanendo in una dimensione astrale. Il professor McFadden docente di Scienze Biomediche presso l'università di Surrey in Gran Bretagna afferma che la coscienza della nostra mente forma un campo elettromagnetico. Il Prof. McFadden ha scoperto che ogni qual volta che un nervo emette un impulso, l'attività elettrica manda un segnale al campo elettromagnetico del cervello, ma al contrario di quello isolato, che viaggia lungo una singola fibra nervosa, questa informazione elettromagnetica viene unita a tutte le altre informazioni presenti nel cervello. Quindi uno spirito nella dimensione astrale non è altro che un campo elettromagnetico questo perchè la sua mente era e rimane un campo elettromagnetico. Ma come si crea il contatto con il mondo astrale? Cosa scaturisce l'apertura di questo portale dimensionale a noi invisibile? C'è chi dice che gli spiriti riescono a contattarci grazie all'energia elettrica che gli forniamo, ma questo sarà vero o questa domanda rimarrà un mistero? FGL Paranormal Hunters © Tutti i diritti riservati

lunedì 4 novembre 2013

Argentiera

Siamo stati in questa splendida località, una delle più suggestive della Sardegna per la particolare bellezza e varietà di paesaggio, con montagne e pietra argentata che arricchiscono il luogo.
Fino agli anni sessanta era in funzione un impianto minerario per l'estrazione dell'argento con gran parte delle strutture in legno. L'attività estrattiva è cessata nel 1963.

Durante la storia mineraria dell'Argentiera ci furono vari incidenti: c'era chi si rompeva una gamba, chi si lussava una spalla e chi prendeva una botta in testa a causa di un crollo improvviso. Ovviamente ci furono anche molte morti, queste furono dovute alla eccessiva vicinanza al mare che favorì l'erosione delle rocce e quindi provocò molti crolli, ma non solo, molte morti avvenirono a causa di incidenti sul lavoro.

Ci siamo recati in questo luogo in cui alberga la leggenda dei fantasmi dei minatori. Il nostro scopo era quello di scoprire se realmente in questi luoghi vi alberghino ancora questi spiriti. Vi auguriamo una buona visione.


 Per un migliore ascolto del video si consiglia di tenere un volume medio/alto o l'utilizzo delle cuffie.